Biomateriali nelle protesi artificiali

L’utilizzo di biomateriali nella sostituzione o nell’implementazione di sezioni del corpo umano è una branca fondamentale dell’ingegneria biomedica e dei tessuti.

Le possibili applicazioni sono molteplici e spesso in medicina non si sfruttano al meglio.

Partendo dalle sezioni maxillofacciali, i biomateriali per impianti protesici possono trovare applicazione a livello oculare, con protesi statiche e protesi mobili potenzianti la vista; a livello cocleare con protesi ossee dell’orecchio e protesi cosmetiche del padiglione; come sostituti estetici del setto nasale o potenzianti di sezioni quali mento e zigomi.

Proseguendo nella sezione superiore del dorso, sono applicabili protesi al polmone come gli ossigenatori e al cuore come pacemakers, protesi valvolari e ventricoli artificiali che permettono la risoluzione di molteplici problematiche anche senza ricorrere a trapianto.

Oltre ovviamente ad applicazioni estetiche in protesi mammarie femminili e maschili con particolare attenzione alla ricostruzione cutanea del capezzolo.

Il dorso inferiore trova applicazione in dializzatori del rene o in suture dell’intestino per proseguire sempre con il risvolto estetico di addominali e muscoli sintetici.

La pelle è l’organo che può essere sostituito in sezioni con biomateriali sintetici in ogni settore applicativo; la vescica trova applicazione risolutiva in cateteri e pompe di estensione oltre che a ricostruzioni estetiche di organi genitali maschili e femminili.

Le ossa degli arti oltre che della calotta cranica e della gabbia toracica possono essere ricostruite con protesi articolari statiche e meccaniche, oltre ad essere riadattate con placche ossee in caso di scomposte oltre alla spina dorsale attraverso distrattori.

Per finire con le arterie che trovano nelle protesi vascolari e nelle suture, applicativi con biomateriali funzionali per ogni tipo di trauma.

I materiali considerati biomedici sono molteplici e trovano applicazione in base alla necessità di sostituzione.

Materiali metallici quali acciai, titanio e leghe di cobalto sono ideali in ortopedia e odontoiatria; polimeri quali siliconi, acrilati, fluorurati, poliuretani e poliesteri sono materiali a bassa densità rivolti a drenaggi, protesi cardiovascolari, cementi per ossa e protesi riguardanti il trattamento del sangue.

Seguono i materiali ceramici quali alluminati di calcio, ossidi di titanio e di alluminio che hanno una elevata resistenza alla compressione e sono quindi rivolti alle applicazioni di protesi d’anca, dispositivi percutanei e protesi dentali.

I materiali compositi quali matrici rinforzate di fibre e metalli rivestiti con ceramici che presentano un elevato livello di resistenza alla corrosione e trovano quindi applicativo nelle protesi valvolari cardiache e nelle protesi del ginocchio.

Per finire con i materiali biologici che hanno una ottima biocompatibilità, se pur una scarsa affidabilità di trattamento e conservazione, e trovano applicativo nelle protesi vascolari e valvolari.

La tecnologia biomedica è quindi una branca vasta e solida nella medicina ricostruttiva e va sfruttata al massimo per migliorare la vita di pazienti amputati o in lista d’attesa di trapianto, perché non c’è cosa più lungimirante da fare se non mettere a disposizione i passi avanti fatti dal mondo scientifico per aumentare la qualità della vita di tutti.

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