Nanotecnologia in medicina: come viene sfruttata?

Le nanotecnologie non sono più “il futuro”, ma sono decisamente il presente.

Una tecnologia, appunto, capace di raggiungere livelli di precisione e accuratezza di cui i sistemi odierni hanno decisamente bisogno. Le nanotecnologie sono applicazioni scientifiche e tecnologiche che si occupano del controllo della materia e sono basate su una scala dimensionale infinitesimale nell’ordine del nanometro.

Le nanotecnologie, quindi, si applicano alla realizzazione di tecnologie e sistemi realizzati in scala nanometrica.
Questo traguardo si traduce in una sola parola: precisione. Precisione nell’applicazione tecnologica, precisione molecolare e precisione di ricerca.

Questo tipo di applicazione ha molteplici usi in numerosi campi quali quelli inerenti alla biologia molecolare, chimica, fisica e ovviamente a numerose branche dell’ingegneria moderna.

Ci sono quindi due approcci che vengono seguiti nell’uso di questa applicazione:
• approccio bottom-up: realizzazione di dispositivi e materiali partendo da componenti molecolari che si auto-assemblano tramite legami chimici, sfruttando principi di riconoscimento molecolare;
• approccio top-down: fabbricazione di dispositivi da materiali macroscopici attraverso un attento controllo dei processi di miniaturizzazione a livello atomico.

Le nanotecnologie applicate alla medicina trattano di applicazioni per uso medico e farmacologico capaci di operare nell’ordine di grandezza dei nanometri.

Questi approcci nanotech iniziano dall’uso medico dei nanomateriali, per proseguire con la formulazione di nuovi sistemi per la somministrazione dei farmaci, di biosensori nanotecnologici fino all’utilizzo della nanotecnologia molecolare.

Attualmente i brevetti e le ricerche di nanoparticelle applicate con polimeri biocompatibili, come il polyprolactone, vengono impiegati come carrier efficienti da utilizzare per il drug delivery, ovvero lo sviluppo di sistemi alternativi di indirizzamento dei farmaci nell’organismo, avente l’obiettivo di circoscriverne l’effetto biologico su una determinata tipologia di cellule, migliorando l’efficacia e riducendo la tossicità di una terapia.
In bioingegneria le nanotecnologie possono rivoluzionare le applicazioni pratiche per il cambiamento della vita di pazienti gravemente malati o disabili e per abbattere i costi della sanità pubblica.

Queste applicazione spaziano dalla realizzazione di dispositivi interni all’organismo, o esterni e sono infinite.

Ma, come in tutte le cose, ci sono opinioni divergenti. Chi sostiene che le nanotecnologie sono fantascienza e che le applicazioni sul lungo periodo non possono essere durevoli per l’organismo umano; chi invece vede il potere innovativo di questa tecnologia in ambito biomedicale tanto da investire in ricerca scientifica. Il punto di incontro deve essere di sicuro la conoscenza: ciò che non conosciamo è qualcosa di cui abbiamo timore e, in qualche caso, tentiamo di screditarlo.

Le nanotecnologie sono un ambito scientifico in continua evoluzione che deve essere studiato e sostenuto attraverso la ricerca e le applicazioni tecnologiche. La vita umana e il miglioramento della stessa, è più importante dello scetticismo fine a se stesso.

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