Sono due le scuole di pensiero che elogiano o condannano l’uso della tecnologia nella medicina moderna. Come in tutte le cose, ci sono due facce di ogni medaglia, ma per fortuna c’è anche l’evidenza dei fatti che non dovrebbe essere opinabile.
Da un lato si sostiene che l’uso smodato di esami diagnostici abbia portato ad un indebolimento del rapporto medico – paziente riducendo quest’ultimo ad un mero oggetto di studio più che una persona in difficoltà che affida la sua salute ad un esperto.
Dall’altro si evidenzia un netto e costante miglioramento nella precisione della diagnosi, nella velocità di reazione, nella gestione dei gestionali e nella diffusione di informazioni.
L’aspetto principale per il quale si potrebbe discutere è sicuramente che la professionalità dei medici è fondamentale per azzerare tutti i problemi connessi alle perplessità sull’uso della tecnologia diagnostica. I macchinari sono strumenti, fondamentali per il sostegno e la precisione, di supporto al medico curante. Solo quest’ultimo è colui in grado di guarire il paziente, di indirizzarlo alle terapie più indicate, di prescrivere il percorso meno doloroso e più efficace.
Ogni specializzazione necessita di strumentazione biomedicale ai fini diagnostici e questo aspetto deve essere trattato con la giusta importanza. La tecnologia oggi è fondamentale, la strumentazione diagnostica è il mezzo migliore per avere certezza della diagnosi e accuratezza nella refertazione.
Gli studi medici e i centri clinici oggi devono essere all’avanguardia nel campo della diagnostica, proponendo ai propri pazienti esami e analisi sempre in linea con il progresso biomedico. Ormai è innegabile che la scelta del paziente che si rivolge alla sanità privata, ricada sulle strutture che propongono prestazioni specialistiche sempre più specifiche e supportate da diagnostica esclusiva.
—
Ogni diritto è riservato all’autore.
Vietata la riproduzione anche parziale.